pubblicato su tracce.it
31/08/2015 – Il compleanno di un’opera nata nel 2000, tra il Colosseo e Santa Maria Maggiore. Più di un oratorio, più di un doposcuola. Un luogo dove sono cresciute decine di ragazzi. E le loro famiglie
Quindici anni di vita. Un libretto pieno di fotografie, racconti, testimonianze. Titolo: La grande casa. Messo insieme con l’amore di molti e soprattutto grazie alla capacità grafica e al gusto estetico di Angelo Rinaldi e Gabriele Alessandrini. Lo si può ottenere richiedendolo attraverso ilsitodelcentro.it, si chiama proprio così sulla rete.
Il Centro è un luogo di accoglienza e di proposta educativa, soprattutto per i giovani, nel cuore di Roma, ad un passo dal Colosseo e da Santa Maria Maggiore. Vecchio oratorio in disuso, fu dato in gestione alla parrocchia di Santa Maria in Domnica (detta la Navicella) quando vi furono chiamati alla gestione dal vicariato i preti della Fraternità San Carlo. Come dice don Sergio Ghio, il parroco della Navicella, nella prefazione, «gli anniversari aiutano ad accorgersi di una storia che si è vissuta». Le fotografie e le testimonianze raccontano il piccolo, a volte scalcagnato, affermarsi di una gratuità che ha finito per lasciare il segno fra i ragazzi romani. Giovani delle elementari, delle medie o delle superiori che qui trovano un reale aiuto allo studio, un diverso modo di imparare il catechismo o di vivere il sabato sera. Adulti che finiscono per coinvolgersi in gesti semplici di aiuto, dalla cucina al riordino dei locali e trovano un luogo così difficile da rinvenire nella città che pure è la più bella del mondo, insomma in «quel popoloso deserto che chiamano Roma», verrebbe da dire parafrasando Verdi. Il Centro è un’oasi disinteressata di libera gratuità, di amicizia, di proposta culturale.
Molte famiglie romane lo sanno, lo hanno scoperto in questi quindici anni. Diversi giovani hanno preso sul serio quella proposta di vita, fino a diventare missionari o suore di clausura. Un luogo liberato che all’inizio di ogni estate propone una festa, con ospiti, cene all’aperto e serate. Impressionante, nel tempo, anche l’elenco degli amici che hanno aiutato il percorso intitolato “Il compito di educare”, dedicato agli adulti del Centro. Da Mauro Magatti a Luigi Ballerini, a Erasmo Figini. Da Gemma Capra Calabresi (il suo intervento, riportato in integrale, merita da solo l’acquisto del libretto) a Franco Nembrini, a Wael Farouq… L’eco di questi incontri dà l’idea della forza culturale, non solo estetica, di questa realtà.
Dice monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, ne La grande casa: «Mi sembra che il Centro racchiuda il suo segreto in due parole: concretezza e libertà». Come a dire, la carne della vita e il mistero della Grazia. Per don Paolo Sottopietra, superiore generale della San Carlo, quella del Centro è una «proposta per la vita». Tante e semplici le testimonianze di chi ha vissuto questa esperienza, che si può anche solo gustare attraverso le foto: una sorta di selfie comunitario, per dirla con un ossimoro.